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Budget di salute: proviamo a spiegarlo

Budget di salute: proviamo a spiegarlo

A cura di Marco Faini, responsabile progetto L-inc

 

Ma che cosa è questo “Budget di Salute” di cui il nostro progetto parla tanto?

Cercando di semplificare il tutto, potremmo dire che “è giunto il momento in cui tutte le risorse disponibili siano impiegate nel migliore modo possibile, intendendo con questo che occorre che tali risorse siano impiegate in quelle attività, azioni, servizi, prestazioni che siano effettivamente utili al miglioramento della qualità di vita delle persona con disabilità e alla sua piena partecipazione, senza discriminazioni, alla vita della propria comunità”.

Nel secondo “Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità” la necessità di progettare interventi personalizzati viene descritta in come necessità che la “elaborazione e promozione di modelli allocativi di “budget personalizzati” (budget di cura, budget di salute o comunque denominati) che consentano la definizione quantitativa e qualitativa delle risorse economiche, professionali e umane necessarie per innescare un processo volto a restituire alla persona un funzionamento sociale adeguato, attraverso un progetto personale alla cui elaborazione partecipino principalmente la persona con disabilità stessa, la sua famiglia e la sua comunità, ottimizzando l’uso integrato delle risorse diffuse in una logica non prestazionale e frammentata

Utilizzando ancora altre parole potremmo cercare di spiegare questo passaggio con la constatazione che “è giunto il momento che i progetti di vita delle persone con disabilità non si traducano esclusivamente nella individuazione dei servizi che devono frequentare, ma indichino in che modo, anche e soprattutto in relazione ai contesti di vita, siano raggiungibili mete e obiettivi di inclusione sociale. Occorre quindi che tutte le risorse a disposizione (quelle pubbliche, che servono a finanziare i servizi e le prestazioni, quelle della persona, e quelle della comunità) siano tutte messe a disposizione e quindi utilmente ricollocate per raggiungere quelle mete e quegli obiettivi, sulla base del progetto individuale, costruito, definito, realizzato e verificato anche attraverso il massimo coinvolgimento possibile della persona”.

Quale che possa essere il modo per descrivere cosa sia, cosa intendiamo per “budget personalizzato”, forse conviene, più utilmente, soffermarsi sugli elementi essenziali di cui occorre tenere conto se vogliamo compiere il passaggio da un sistema basato su una serie di risposte più o meno standardizzate, spesso non realmente utili al raggiungimento delle mete di inclusione sociale, ad un sistema più flessibile e più vicino alle reali possibilità e volontà della persona.

  • Il primo elemento è la centralità del progetto individuale. Il riferimento prevalente, ad oggi, risulta ancora essere l’art. 14 della Legge 328/2000, integrato e arricchito con quanto indicato dalla Legge 112/2016 e dal successivo Decreto Ministeriale, che espressamente indica la modalità del budget personalizzato come modo per ottimizzare le risorse a disposizione, comprese quelle messe in campo dalla Legge sul “dopo di noi”, non a caso indicate come risorse aggiuntive, e non sostitutive, oltre a quelle della comunità sociale nella quale la persona vive;
  • Il secondo e il terzo elemento, fortemente connessi al primo, sono, rispettivamente:
    1. la necessità che il sistema di welfare impari a redigere progetti individuali promuovendo la massima partecipazione possibile della persona con disabilità e che quanto la persona esprime in termini di aspettative e desideri possa, se coerente e possibile, essere seriamente preso in considerazione per definire le mete e gli obiettivi dell’inclusione
    2. la necessità che i progetti individuali delle persone con disabilità accrescano il proprio “potere giuridico” e che quindi si definisca uno o più modelli contrattuali in cui le parti (contraenti) che concorrono alla realizzazione del progetto individuale si assumono, ciascuno per la propria parte e possibilità, impegni e responsabilità, da verificare nel tempo
  • il quarto elemento che occorre sia definito e messo in campo è l’attivazione di una fondamentale funzione, corrispondente a quella del case manager (o responsabile di progetto). In altri termini, occorre che sia garantita, sin dove possibile, che le risorse a disposizione siano effettivamente impiegate e orientate alla realizzazione del progetto individuale, e che, al contempo, sia garantita la possibilità (ancora una volta nei limiti del possibile) alla persona con disabilità e a chi la dovesse rappresentare (familiare, amministratore di sostegno, tutore) di avere un costante interlocutore a cui riferirsi per l’evoluzione del proprio progetto;
  • il quinto elemento, che costituisce la “chiusura” del processo virtuoso che dovrebbe sostenere l’evoluzione del sistema di welfare, può apparire ridondante, persino inutile metterlo in evidenza, ma rappresenta di per sé la “rivoluzione nella rivoluzione”. Dopo avere definito il progetto individuale, dopo averlo reso giuridicamente sufficientemente forte per poterlo tradurre in concreto, dopo avere attivato una funzione che garantisca il necessario regolare sviluppo della sua implementazione, occorre che si compiano sistematiche rilevazioni sull’efficacia del progetto (in termini di miglioramento della qualità di vita della persona), e che in base agli esiti rilevati si compiano le necessarie e opportune modifiche al progetto iniziale. In altri termini, se puntiamo ad un uso più efficace delle risorse, in termini di uso delle risorse per gli scopi che maggiormente si ritiene possano essere utili al miglioramento della qualità della vita delle persone, occorre che si adottino metodi e strumenti che rilevino gli esiti, e che tali rilevazioni determinino la prosecuzione o il mutamenti del progetto.

Tutto ciò è contenuto nel progetto “L’INC”, che, non a caso, ha come sottotitolo “INCLUSIONE SOCIALE E DISABILITA': PERCORSI DI SPERIMENTAZIONE DEL BUDGET DI SALUTE”:

  • PERCORSI, perché siamo consapevoli che le strade da percorrere per promuovere inclusione sociale sono diverse
  • SPERIMENTAZIONE, perché ragionare e operare in termini di budget di salute significa cambiare il proprio modo di pensare e di agire, e nulla è più incerto del mutamento delle mentalità, perché tante sono le resistenze e le incertezze che il “nuovo” produce rispetto al – a volte – più rassicurante “vecchio”
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