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Storie di chi: uno laboratorio teatrale per non dimenticare l'Aktion T4

di Edgar Contesini, educatore cooperativa Arcipelago e animatore teatrale di L-inc Teatro

Sotto il regime nazista, tra il 1933 ed il 1945 furono sterilizzate forzatamente circa 360.000 persone con disabilità o con problematiche psichiatriche. Nel 1939, dietro ordine dello stesso Hitler, fu avviato l'Aktion T4, un progetto per l'eliminazione delle persone con disabilità, malati di mente, malati cronici, adulti o bambini che fossero. Furono così assassinate più di 100.000 persone. E non in campi di sterminio, che dovevano ancora nascere, ma all'interno di cliniche e ospedali appositamente destinati. Noi di L-inc Teatro, un laboratorio nato all'interno del Progetto L-inc, siamo qui per raccontare tutto questo. E vogliamo farlo con uno spettacolo teatrale, intitolato Storie di chi.... Il gruppo di lavoro è formato da persone con disabilità intellettiva o fisica e già da un anno ci troviamo ogni settimana. In presenza, quando si può, oppure collegandoci a distanza. Il testo e le azioni nascono dai contributi degli attori, impegnati a rielaborare i fatti di questo percorso tragico della storia umana.

Diamo qui solo pochi e brevi esempi del loro lavoro. C'è chi inventa storie. Stefano parte dall'esclusione di chi è ritenuto strano, non inquadrato nei canoni ritenuti normali, e perciò disturbante o pericoloso. Tania invece personifica la crudeltà mascherata da compassione. Ecco solo uno stralcio dei loro scritti, lasciato com'è, senza correggere nulla. Fabrizio ed Elisabetta prendono la violenza assurda e compongono, a loro modo, due poesie:

I deboli sono le persone che vanno rispettate

Le persone ammazzano come cani (Fabrizio)

La paura e il freddo

ci prendono e ci stritolano

come una vipera

che si avvinghia

intorno al collo.

E la vita

lentamente ci abbandona. (Elisabetta)

Il lavoro è lungo e ci impegnerà in questo nuovo anno e in quello a venire, tra prove (nell'attesa di poterci ritrovare tutti in presenza) e repliche dello spettacolo. Nonostante le fatiche dei vari lock-down, il gruppo non molla, perché tutti sentiamo quanto sia importante contribuire alla memoria di questa tragedia. Perché l'esclusione del diverso e la divisione in esseri umani di serie a e di serie b sono sempre dietro l'angolo.

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