A cura di Chiara De Vecchi, educatrice Arcipelago-cooperativa sociale, partner di L-inc.
La scorsa settimana io e Raffaele abbiamo letto una storia intitolata “I nani di Mantova” di Gianni Rodari. Il libro narra le vicende dei nani alla corte dei Gonzaga, signori della bella città di Mantova, costretti a fare i giullari di corte e a vivere in un minuscolo appartamento ritenuto alla loro altezza. Insieme li abbiamo conosciuti e visti provare in tutti i modi a crescere ma senza riuscirci. Li abbiamo seguiti mentre andavano a chiedere consigli ai giganti, che hanno detto loro: "Voi siete nani perché vivete nell’appartamento dei nani”. E poi li abbiamo "accompagnati" nella loro fuga da corte per rifugiarsi tra la gente di Mantova. Li abbiamo visti imparare un mestiere, tessere relazioni e capire così il significato delle parole dei giganti. In mezzo a tutti gli altri non erano più solo nani: erano panettieri, sarti, ombrellai, ingegneri, amici, vicini di casa e la loro identità non dipendeva più solo dalla loro altezza.
Che bello sarebbe se la società si comportasse come i mantovani della storia, aprendo i propri spazi e i propri luoghi di incontro alle persone con disabilità. La disabilità diverrebbe solo una loro caratteristica, non uno stigma o l’unico rifugio identitario. Fate come nella storia: siate accoglienti.